Sono una vedova. Sono nata in questo villaggio e ho lavorato prima come infermiera e poi come levatrice fino alla pensione. Le mie due figlie si sono sposate e se ne sono andate, ora vivono in Russia. Nel 2021 mio marito è morto dopo una lunga malattia e io sono rimasta sola.

Nel 2011 mi sono fratturata l’anca a causa dell’osteoporosi. Quando è iniziato il conflitto militare nel 2014, la mia salute è peggiorata, sia fisicamente che mentalmente.

Mi sento molto sola. A causa del conflitto, le mie figlie non possono venire da me. E non posso visitarle, perché ho paura di abbandonare la mia casa. Rimango in contatto con le mie figlie solo telefonicamente.

Vivo sulla linea di contatto [Nota: la linea che divide le aree controllate dal Governo ucraino (GCA) da quelle non controllate (NGCA)], dove sparano quasi ogni giorno. I bombardamenti sono ciò che più mi preoccupa. E se colpissero la casa e facessero esplodere le finestre, il tetto, le porte? Chi mi aiuterà? Non sono più giovane e non sarò in grado di ricostruire tutto da sola.

I prezzi sono aumentati, molti prodotti non sono disponibili in negozio. Per me è importante continuare a percepire regolarmente la pensione e che i negozi non chiudano.

Vorrei che la gente non lasciasse il villaggio, ma comunque siamo rimasti qui in pochissimi. Sono rimasti solo i più anziani, i giovani se ne sono andati tutti.

La mia possibilità di comunicare è limitata, perché muovermi è difficile. Un volontario mi aiuta a raggiungere il negozio. Per andare a prendere la pensione o in un ospedale, devo andare in un’altra città, il che è molto problematico per me.

Ho bisogno di mangiare qualcosa e di riscaldare la casa. E vorrei che smettessero di sparare.

Se la guerra ci raggiungerà e aumenteranno gli spari, andrò giù nel seminterrato. Ci sono posti sicuri nel villaggio, ma prima devi arrivarci e il tragitto potrebbe non essere sicuro.

So che nelle situazioni più difficili posso sempre rivolgermi a una volontaria, e lei non mi rifiuterà il suo aiuto. Grazie mille a Elena, volontaria di HelpAge International, che viene a parlare con me nei momenti difficili, supportandomi, aiutandomi a comprare medicinali e cibo e raccontandomi le ultime novità del villaggio. Penso che i volontari di HelpAge non ci lasceranno nei guai, ci danno speranza.

Voglio augurare a tutti un cielo sereno, pane caldo, acqua pulita e niente guerra.

 

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